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CINEMA ITALIA 2023: I FILM

 

IL BAMBINO NASCOSTO

Regia di Roberto Andò

Silenzioso, colto, solitario, Gabriele Santoro abita in un quartiere popolare di Napoli, i Quartieri Spagnoli, e insegna pianoforte al conservatorio. Vive un’esistenza abitudinaria e sempre uguale finché un giorno un bambino non s’intrufola, senza che il professore inizialmente se ne accorga, nel suo appartamento: è il figlio dei vicini del piano di sopra. Interrogato sul perché della sua fuga Ciro non parla, ma il professore, d’istinto, decide di nasconderlo in casa. Scoprirà presto che è figlio di un camorrista, e per proteggerlo, ingaggia una singolare e tenace sfida con i nemici di Ciro.

È una storia che si svolge in pochi metri quadrati, quelli dell’appartamento in cui un maestro di pianoforte tiene nascosto un bambino che non conosce. Pochi metri in cui si misura il senso profondo della vita e la possibilità di amare e di essere amati. Sulla camorra abbiamo l’impressione di aver già visto tutto, ma forse nella prospettiva offerta dal film c’è lo spiraglio di una visione dal di dentro, che esplora la zona intima dove collidono i codici del crimine e quelli degli affetti, e dove si combinano dunque il mostruoso e l’umano. Il maestro di pianoforte è un uomo di passioni nascoste, segrete. La musica è il suo demone. Toccherà a lui lo svezzamento affettivo di un bambino difficile, di un ribelle. Una partita rischiosa in cui, dopo una iniziale esitazione, si getterà senza remore. Come tutte le vere storie d’amore, anche quella del maestro di musica col bambino è difficile ma non impossibile, una storia di filiazione o di paternità, in cui trovare il senso di una vita.
Roberto Andò



BEATA TE

Regia di Paola Randi

Marta Pellegrino, regista teatrale, single, ha appena festeggiato i 40 anni insieme agli amici, quando improvvisamente le appare davanti uno strano tipo, tutto in bianco e con un accento sudamericano, che sostiene di essere l'Arcangelo Gabriele. Marta lo allontana infastidita, pensando a un matto, ma quando arriva a casa se lo ritrova in bagno e poi in cucina e poi in salotto. Gabriele annuncia a Marta che darà alla luce un figlio pur non avendo più avuto da molto tempo una relazione con un uomo. Ma Marta si informa e scopre di avere due settimane di tempo per decidere se accettare o meno il miracolo. E insieme a Gabriele inizia a stilare una lista infinita di pro e contro sull'avere o non avere un figlio…

Quando mi hanno parlato dell’idea di “Beata te” l’ho trovata folgorante. Una donna che compie 40 anni e vede materializzarsi davanti ai suoi occhi il famigerato orologio biologico nei panni dell’Arcangelo Gabriele. La commedia italiana di grande tradizione incontra qui un sapore contemporaneo, internazionale, metropolitano, che sa essere graffiante, ma caldo e coinvolgente. Mi ha conquistata anche l’occasione di affrontare un tema importante come quello del diritto delle donne di scegliere se avere o meno un figlio, con leggerezza e al contempo profondità. Perché, come ci insegnano le maestre e i maestri, la commedia è libertà.
Paola Randi



GRAZIE RAGAZZI

Regia di Riccardo Milani

Antonio, un attore teatrale fallito, sbarca il lunario doppiando film porno. Un giorno, un suo ex amico gli offre un’opportunità di lavoro. Si tratta di condurre un laboratorio teatrale nel carcere di Velletri. Nonostante si tratti di un piccolo progetto, Antonio accetta. Al laboratorio si presentano pochissimi detenuti. Antonio decide di mettere in scena l'opera teatrale  con la quale aveva debuttato anni prima, il capolavoro di Samuel Beckett Aspettando Godot. Dopo tensioni e diffidenze iniziali, Antonio riesce progressivamente a coinvolgere i carcerati che presto mostreranno un inatteso talento…

Quella di “Grazie ragazzi” è una storia vera avvenuta in Svezia a metà degli anni ’80. E il film vuol raccontare la capacità del teatro di dare un’opportunità, di scavare nell’animo umano di chi assiste, ma anche, e in questo caso soprattutto, di chi si mette in gioco recitando su un palcoscenico. È per questo che, inevitabilmente, Grazie ragazzi è anche un film sul mestiere dell’attore che rimane per me affascinante e misterioso. Un film su quanto l’arte possa diventare in un carcere elemento di “libertà” e soprattutto di “possibilità”. Cinque detenuti, fino a quel momento lontanissimi dalla cultura e da qualsiasi forma espressiva, alle prese con il teatro fanno inaspettatamente propri gli interrogativi sull’esistenza che pone Beckett in Aspettando Godot: “Cosa stiamo a fare qui?”. Cercando così un senso all’attesa che caratterizza il loro tempo trascorso in una cella. Interrogandosi su come riempire il vuoto del tempo passato in carcere. Sul senso della loro vita. Sul senso della nostra vita e, in fondo a tutto, sulla possibilità di trovare, nell’intimo di ognuno di noi, una scintilla che ci può far cambiare.
Riccardo Milani



MAMMA ROMA (1962)

Regia di Pier Paolo Pasolini

“Mamma Roma” (Anna Magnani) è una prostituta che, desiderosa di dare un futuro migliore al figlio Ettore (Ettore Garofalo), decide di abbandonare il mestiere. Comprata una casa alla periferia di Roma, riesce ad aggiudicarsi un banco al mercato rionale, ma tutti i suoi sforzi per crearsi una nuova vita si infrangono contro le scelte di Ettore, che saranno fatali per tutta la famiglia.

Nella Magnani Pasolini ha trovato l’ideale interprete della periferia romana, una donna vitale alla ricerca del riscatto, eppure condannata alla sconfitta come a un peccato da cui è impossibile liberarsi.



MARGINI

Regia di Niccolò Falsetti

Edoardo, Iacopo e Michele, amici da sempre, vivono in una sonnacchiosa città di provincia della Toscana, Grosseto. Michele ha moglie e figlia, Edoardo un padrino dispotico e Jacopo sogna un futuro migliore. Insieme suonano in una rock band d’ispirazione punk, ma non hanno una lira, un’occupazione e neppure un posto in cui suonare. Stanchi di tirar su qualche soldo tra sagre e feste di paese, hanno finalmente l’occasione di riscattarsi quando gli viene proposto di aprire il concerto a Bologna dei Defense, famosa band americana. Quando il concerto improvvisamente viene annullato, il terzetto non si dà per vinto. Se non possono andare a Bologna a suonare con i Defense, allora saranno i Defense a venire a Grosseto…

Cos’è una commedia rock? È la storia di un gruppo di amici che si fissa su un obiettivo apparentemente facile: quello di organizzare un concerto con una band americana in una piccola città di provincia. Quello che Miche, Edo e Iac ancora non sanno, è che il rumore e la rabbia del punk faticano a coesistere con il silenzio della loro polverosa Grosseto. È così che nasce Margini, dalle esperienze vissute dai suoi due autori, grossetani e musicisti in un gruppo punk, e dalla consapevolezza che la provincia, prima o poi, diventa troppo stretta per contenere i sogni dei più giovani. E che, se non si scappa in tempo, si rischia di diventare parte delle stesse dinamiche in cui si faticava così tanto a riconoscersi.
Niccolò Falsetti



NOTTE FANTASMA

Regia di Fulvio Risuleo

Sabato sera. Tarek, diciassettenne di padre egiziano e madre indonesiana, si sta recando ad una festa ma prima passa per il parco per procurare (controvoglia) un po' di fumo che gli amici gli hanno chiesto. Qualcuno però lo tiene d’occhio dall’interno di un’automobile e lo avvicina. È un poliziotto in borghese, misterioso, minaccioso e, al tempo stesso, a suo modo, gentile. Invece di condurlo al commissariato costringe Tarek a fargli compagnia. Ha inizio una lunga notte in giro per Roma, tra risse, inseguimenti e fughe, con il ragazzo che cerca di capire le reali intenzioni del poliziotto, finché arriva l’alba e forse i loro ruoli potrebbero invertirsi…

L’idea per “Notte fantasma” mi è venuta immaginando un abuso di potere di un poliziotto che costringe qualcuno, colto in flagranza di reato, a fare quello che vuole lui. Rifletto spesso sul potere e sulla delicatezza e complessità del ruolo di chi si trova a dover gestirlo. Avevo in mente all’inizio un poliziotto che, in un locale, costringe un giovane a ballare e da lì sono partito cercando di immaginare il prima e il dopo. L’ambientazione romana è per me molto importante e tutti i luoghi che vengono attraversati nel film sono scelti con attenzione, sono dei luoghi che portano con sé delle storie e che per me rappresentano la città dove sono nato e cresciuto.
Fulvio Risuleo